Il pallone rotola a Tokyo e ‘Li mejo sordi spesi’ – diario di viaggio (Day 4)

Il pallone rotola a Tokyo e ‘Li mejo sordi spesi’ – diario di viaggio (Day 4)

Retesport

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Retesport in Giappone – Devo ammettere che uscire la mattina per andare ad assistere all’allenamento della Roma, a Tokyo, ha un sapore speciale.

Ti fa sentire come se attraversare la città a piedi per raggiungere lo stadio, in un mattino di sole dall’altra parte del mondo, fosse naturale. Come se ogni giorno ti mischiassi alle persone che ti sfiorano per la strada in questi giorni, cosa che accade quando ti senti a casa. Lo Stadio Nazionale del Giappone profuma ancora di Italia dopo le straordinarie imprese alle Olimpiadi, ma oggi è la Roma di Mou a scendere in campo: la Roma è famiglia, quindi casa. Anche qui la sensazione è sempre la stessa, nonostante il ciuffo di Mourinho scompigliato dal fuso orario dal fuso orario, nonostante i commenti incomprensibili di chi aspetta in fila per entrare nel negozio-museo che esiste solo da ieri. Anche oggi è un pienone, allo store di Shibuya, mentre Pinto presenzia ad un altro evento: “Spesso non mi credono quando lo dico, ma convincere Mourinho del nostro progetto è stato facilissimo: Ci fossero più Friedkin il calcio sarebbe migliore. Il mercato? Ascolteremo Mou ma anche le esigenze del fair play”. La giornata scorre così, ma manca un’ultima emozione: fuori dal negozio che tinge di giallorosso il centro di Tokyo compare lo stendardo “Li sordi mejo spesi”; sono Guglielmo e Sergio, giunti fin qui solo per mostrarlo durante la partita contro i Marinos. Senza un dubbio hanno lasciato i figli ed il lavoro per una follia d’amore, di quelle che si fanno quando il cuore non può invecchiare: Solo casa ha il sapore di casa.