Mourinho e quel 3-5-2 offensivo nato a Marassi nella notte di Felix
Rassegna stampa
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La costruzione dal basso, la qualità nelle mezze ali, l’inventiva e la forza là davanti.
La squadra di Mou stava cambiando pelle, già nella partita precedente, a Venezia, il tecnico aveva abbandonato la difesa a quattro per proporre quella a tre. I giocatori, disse, si sentivano più sicuri. Difesa a tre non più abbandonata, tranne in rarissime situazioni di gioco all’interno di singole partite.
Come scrive il Messaggero, il 3-5-2 è diventato il marchio di fabbrica, anche lo scorso anno, pur essendo diventato con il passare dei mesi più difensivo che offensivo e ricorderemo alcune partite lacrime e sangue (vedi Leverkusen) che hanno aiutato la Roma a toccare la seconda finale europea di fila, a Budapest contro il Siviglia. Con il mercato di quest’anno, siamo tornati alle vecchie intenzioni, il problema è che per un motivo o per un altro, gli uomini di qualità Mourinho non ce li ha avuti e a Torino, e ad esempio, ha inserito El Shaarawy (e non Bove) proprio per non perdere quella qualità su cui vuole puntare.
Il regista attuale, Paredes, ha caratteristiche diverse dai play del passato (Cristante e Matic), è più votato a giocare in avanti che indietro. Lo spirito, dunque, non cambia, è diventata una questione di equilibrio, dovuta soprattutto alla condizione fisica dei presenti, sempre al limite.