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Retesport 104.2 FM
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Fabio Maccheroni 16-07-55. Ricordo la prima volta all’Olimpico io con i pantaloni corti e la Roma con la classifica corta. Fu una delle rare volte che non andai in Curva, cercando un posto a ridosso di Dante che era un mito, quasi come chi scendeva in campo. Fino a 18-20 anni fu così, poi il lavoro. Da giornalista ho seguito un percorso naturale: Roma, calcio e non solo calcio. Dove ho lavorato? Direi ovunque, dal Corriere dello Sport, Carlino, Nazione dove ho esordito da collaboratore, a Boxe Ring, fino a Il Tempo dove ho avuto la prima assunzione e quindi il primo lavoro vero: 1983, anno indimenticabile, scudetto Roma e Banco di Roma. Dal ’94 ho cambiato percorso: L’Informazione, Ansa, Corriere dello Sport, Rai, collaborazioni con Corriere della Sera (e sicuramente dimentico qualcosa), finché non sono stato chiamato per un’avventura che mi stimolava, responsabile sport e spettacolo a Leggo, freepress del gruppo Caltagirone: 2001, scudetto della Roma. E proprio in questo periodo ho ripreso a collaborare con le emittenti romane, soprattutto con Rete Sport, dove conduco da anni e con Gabriele Fasan che mi sopporta perché gli offro la colazione, ma in fondo mi odia.
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“Max Leggeri “speaker neo melodico romano” avrebbe dovuto fare altro, ma ahi voi, per vostra sfortuna nel lontano preistorico 1996 si accinse in primis a trasmettere, per arrivare nelle case dei telespettatori dentro il loro tubo catodico e poi in seguito a salmodiare in radio come un muezzin, da dietro un microfono, la storia raccontata dell’As Roma, spero spassosa e dissacrante, ad oggi …to be continued !
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Francesco Oddo Casano, detto ‘Checco‘. Giornalista iscritto all’albo dal 2011, nell’animo dall’età di 8-9 anni. Laureato in giurisprudenza, con specializzazione in diritto societario.
Speaker, web editor, conduttore. Vicedirettore del sito d’informazione ‘corrieregiallorosso.com’. Ha collaborato con Trs, Radio Manà Sport, CentroSuonoSport, Teleroma56.
Amante dei numeri, studioso di tattica, ‘cantore’ quotidiano del mondo dell’As Roma con il sorriso sulle labbra…
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Nato romano e romanista, dopo una laurea al DAMS con una tesi sulla regia televisiva nel calcio, inizio la mia avventura in radio, soprattutto nel ruolo di regista. Da una decina d’anni, stanco di sentire amenità nell’etere, decido di passare dall’altra parte e dare il mio notevole contributo alla causa delle amenità davanti ad un microfono. Oggi conduco il Monnalisa Roma Club sulle prestigiose frequenze di Rete Sport.
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La vita mi ha portato un po’ dovunque, ma alla fine non potevo che scegliere Roma e la Roma. Ho tre grandi passioni nella vita, due di queste sono la Roma e la radio. E tutte e tre sono diventate un lavoro. Se è stata più bravura o fortuna? Non ho dubbi, solo fortuna.
Qualche volta vorrei prendermi sul serio, ma alla fine preferisco lasciarlo fare agli altri.
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Sono nato a Roma il 23 maggio del 1975. Ho avuto la fortuna di vedere (ricordandomeli) due scudetti, il che fa di me un privilegiato, ma anche drammi sportivi da cui non mi sono più ripreso. Come tutti i romanisti capisco fin da subito che la mia vita sarebbe stata una sofferenza. Il 31 maggio 1984 (il giorno dopo, non è un errore) capisco che il modo migliore per superare tutto quel dolore sarebbe stato metterlo nero su bianco. Ero a scuola e mentre i miei compagni di classe ridevano e scherzavano, io scrivevo, dopo aver pianto. Come molti aspiranti giornalisti ho cominciato, svariati anni dopo, dai campetti di periferia, quelli con le liste scritte a mano e i numeri che non si leggono da lontano. Grazie ad una buona dose di fortuna, ostinazione e tanta gavetta, nel 2008 sono diventato professionista: mi vanto di aver scritto per il Corriere dello Sport e Il Romanista, oggi sono al Corriere della Sera. Se la carta stampata è una passione, la radio è un amore totale e incondizionato. Rete Sport era nel mio destino: qui ho cominciato raccontando il calcio giovanile, dopo oltre 15 anni sono tornato a casa.
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Era il 1996. Ed era praticamente uno scantinato in cui speaker, redazione e regia erano la stessa persona. Da quel momento, non ricordo di aver voluto e saputo fare altro. L’anagramma del nome di battesimo – d’altronde – era un indizio. La Radio.
Poi Rete Sport. E poi la passione che diventa quotidiano. E ancora insieme, dopo appena qualche annetto. Grazie e per colpa della pandemia.
Forza la Roma.
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