Fort Apache e una piccola Roma

Fort Apache e una piccola Roma

Editoriale

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Le truppe nerazzurre entrano a Fort Apache dopo 80’ in cui la Roma ha avuto un’occasione da gol (testa di Cristante) mentre l’Inter ha avuto tutto il resto, compresa una clamorosa traversa in avvio di Calhanoglu e un’altra nel finale.

Quello che si temeva, cioè l’impossibilità di tenere a freno le frecce laterali interiste, è andato peggio del previsto. Non tanto per il povero Kristensen , quanto per Zalewski , tremebondo, inadeguato, nemmeno lontano parente dello spavaldo ragazzino che due anni fa sembrava aver fatto un torto all’Italia scegliendo di giocare per la Polonia.

Lukaku si è visto poco, se non in un paio di recuperi difensivi. Se non fosse stato per l’ottima partita di Llorente (fino al buco sul gol di Thuram) e per la tenacia di Bove sarebbe andata molto peggio. Anche se perdere così ha il sapore di manifesta inferiorità. Cioè peggio del peggio. Del resto questa Roma è nettamente inferiore all’Inter. E , peggior riflessione, nemmeno ha dato l’impressione di voler dimostrare altro di questa realtà oggettiva.

I cambi? Tardivi e confusi. Deprimente vedere che ogni palla veniva calciata verso il nemico, senza un senso. Sentiremo che mancavano giocatori fondamentali. Che mancheranno ancora. Domenica intanto mancherà Paredes, ammonito, quindi squalificato. Brutta notizia, ma niente confronto alla realtà di San Siro, dove è mancata la Roma, anche una piccola Roma, niente. Zero.