
Ampiezza ed esterni decisivi: Ranieri ‘riabilita’ il 3-5-2
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Negli ultimi 5 anni, la Roma che – storicamente – aveva quasi sempre giocato con la difesa a quattro, per esigenze di varia natura e in alcuni casi per dogmatici convincimenti dei tecnici che si sono alternati sulla panchina giallorossa, è quasi sempre stata schierata a tre dietro.
A fare i moduli sono le caratteristiche dei giocatori e nel calcio di oggi non c’è un unico sistema di gioco, lo dimostra la Roma di Ranieri che con enorme duttilità e mutevolezza tattica, sa variare in corso di partita dai tre ai quattro in difesa, dalle due punte più centrali ai due trequartisti dietro il centravanti e così via.
Ma è indiscutibile che di base la Roma abbia quasi sempre giocato in questa stagione con tre centrali, di cui poi uno è stato spesso un terzino adattato e pronto a sganciarsi.
Fonseca trovò nella sua seconda stagione una fisionomia fissa puntando su Ibanez-Smalling-Mancini con la catena di sinistra particolarmente efficace quando Spinazzola (al top della condizione) sfruttava i movimenti di Veretout e gli assist di Mkhitaryan per sfondare e creare tante occasioni da gol.
Con Mourinho il sistema è divenuto più rigido: grande compattezza in mezzo ma poco sfogo qualitativo sugli esterni, vero tallone d’Achille delle sue tre Roma.
De Rossi abbandonò gradualmente quel sistema, sostenendo che giocando a 4 dietro, si guadagnasse un uomo in più in mezzo al campo, ma allo stesso tempo chiese con largo anticipo diversi giocatori di gamba e di qualità sugli esterni.
Tralasciando il disastro di Juric, arriviamo dunque a Ranieri. 5 tecnici che hanno interpretato a modo loro il 3-4-2-1 (cangiante spesso nel 3-5-2) ma con risultati diversi.

Oggettivamente Sir Claudio è riuscito ad amplificare il gioco sulle corsie esterne. Tantissimi gol della Roma sono arrivati o su combinazioni tra i due c.d. quinti (es. Saelemaekers verso Angelino o viceversa), oppure su assist dei laterali per gli attaccanti/centrocampisti che hanno chiuso in area (es. gol di Roma-Como siglato da Dovbyk su assist di Rensch).
Migliorare il gioco sulle corsie laterali, ha spinto la Roma finalmente a sviluppare manovre più efficaci, con costanti sovrapposizioni che arrivano anche dalla difesa. Celik in questo senso, più di Mancini, ha migliorato le sue prestazioni e i suoi numeri individuali: solo nell’ultimo periodo 1 gol e 3 assist per il turco.
Oltre a Saud (assist per Pisilli in Roma-Lecce e gol con il Braga), Rensch ha messo palla utile come detto per Dovbyk, ma il dato evidente è la combinazione Angelino-Saelemaekers.
Lo spagnolo 4 gol e 6 assist; il belga 6 gol e 5 assist. Il totale fa 21 gol realizzati grazie alle giocate dei due calciatori, che più di tutti per minutaggio hanno occupato le corsie esterne nell’era Ranieri.