Friedkin e il retroscena sul caso Ranieri-Nazionale: no al doppio incarico

Friedkin e il retroscena sul caso Ranieri-Nazionale: no al doppio incarico

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Dan Friedkin ha tutelato gli interessi della Roma.

E’ sceso in campo nel suo stile, senza proclami o sparate pubbliche, appoggiando e sostenendo Ranieri da una parte, ma difendendo le necessità primarie del club giallorosso.

Quando è stato messo al corrente della possibilità che Claudio Ranieri potesse essere il nuovo CT della Nazionale non ha reagito di istinto, ma ha voluto conoscere tutti i dettagli della vicenda. E quando ha capito in poche ore che la Federazione di fatto pur ammettendo di voler Ranieri a tutti i costi, compresa l’ipotesi del doppio incarico, avrebbe però indirettamente depotenziato il ruolo di Sir Claudio a Trigoria, si è opposto.

Lo ha fatto con garbo, facendo capire a Ranieri che non sarebbe stato conciliabile il suo lavoro da CT con il compito ‘assoluto’ che gli era stato affidato in questi mesi dalla proprietà texana. Di fatto Sir Claudio non avrebbe più potuto operare da dirigente sul campo, ma solo consigliare a distanza. Senza apparire in pubblico nelle vesti di manager giallorosso, senza poter parlare ai microfoni delle tv nazionali o sui giornali di arbitri, politica sportiva o altre questioni attinenti a queste dinamiche. Senza poter presenziare al fianco di Ghisolfi nelle trattative di mercato o nella risoluzione dei casi spinosi della società.

In sostanza la Federazione spingeva quasi per ottenere una frattura tra Friedkin e Ranieri, sperando di svincolarlo del tutto dal suo incarico in giallorosso. Dan non si è scomposto e ha messo l’ex tecnico dinanzi ad una scelta. O la Roma, o la Nazionale, ribadendo però a Claudio l’importanza capitale del suo ruolo.

Da lì, complice anche tutta un’altra serie di fattori, la rinuncia di Ranieri.