Roma, 18 infortuni traumatici tra sfortuna e animo ‘mourinhiano’

Roma, 18 infortuni traumatici tra sfortuna e animo ‘mourinhiano’

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INFORTUNI ROMA – FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – La gioia per il gol di Paulo Dybala, il 18° stagionale e la conseguente esultanza sotto la Sud, mitigata dall’amarezza latente per la cocente sconfitta (o scippo fate voi) di Budapest e dalla brutta notizia dell’infortunio di Abraham che dovrà fermarsi per almeno 5 mesi.

E’ questo il tenore emotivo che ha fatto da sfondo all’ultima serata stagionale all’Olimpico.

La Roma ha chiuso con la qualificazione in Europa League, al termine di una stagione estenuante e purtroppo non priva di problemi. L’inglese dopo una rincorsa su Ampadu, causa un movimento innaturale del ginocchio, si è accasciato a terra dolorante. Immediatamente si è compresa la gravità dello stop, poi confermato dagli esami strumentali a cui è stato sottoposto nelle ore successive in ospedale: ‘trauma distorsivo del ginocchio sinistro con lesione del legamento crociato anteriore’. L’ultimo bollettino medico ansiogeno dell’anno, negli ultimi minuti dell’anno. Sfortuna totale per un ragazzo che ha rincorso se stesso per quasi tutta la stagione, ma soprattutto l’ultimo guaio di una lunga seria che non può non aver inciso sul rendimento della squadra.

PAULO IN PARTE SI E’ SALVATO

A salvarsi è stato Paulo Dybala, che nonostante uno stop forzato di oltre un mese, non ha accusato gravi conseguenze dall’intervento killer di Palomino a Bergamo di inizio aprile. Vista la torsione della caviglia, poteva andare molto, ma molto peggio all’argentino, rientrato in tempo per il finale di stagione: due partite, due gol. Per il resto sono stati tanti, forse troppi, gli infortuni di natura traumatica che aggiunti ai gravi stop muscolari occorsi ai vari Smalling, Llorente, El Shaarawy soprattutto nel finale di stagione, lasciano un retrogusto amaro nella bocca di Mou e dei romanisti per quello che poteva essere e non è stato.

Nel computo complessivo della stagione si contano infatti tre crociati (Darboe nel corso della preparazione estiva, Kumbulla nel finale di stagione col Milan e Abraham ieri), un conto con la sfortuna e con la ‘maledizione delle ginocchia’, che da anni colpisce la Roma senza pietà. Si sommano a questi tre gravissimi stop, la rottura della tibia di Wijnaldum lo scorso 28 agosto, infortunio che ha compromesso oltremodo l’inserimento di un calciatore che ha iniziato la stagione nell’ovazione generale – con tanto di coro e canzonina ad hoc – e chiuso tra i fischi ieri.

Poi tre lussazioni alla spalla, di diverso grado, accusate da Zaniolo, Abraham e Solbakken. Sfortunato l’inglese, costretto ad un breve stop anche per un durissimo colpo al volto subito da Mancini in occasione della sfida col Verona. Il conto dei ‘suturati’ alla testa sale a cinque complessivi. Poi altri guai alle ginocchia: lesione al collaterale per Celik, colpito duro e involontariamente ancora da Mancini ad inizio match contro il Betis Siviglia nello scorso autunno. In aggiunta i due stop al menisco per Karsdorp, con conseguente operazione.

INFORTUNI ROMA, GALLO FASCIATO E SENZA GOL

Andrea Belotti, al quale si può rimproverare certamente l’abulico bottino in zona gol, ma non l’abnegazione alla causa, ha concluso la stagione con 4 reti all’attivo e 2 infortuni traumatici: una frattura del polso e una frattura al costato, accusata contro il Milan. Frattura alla mano che infine ha colpito anche lo stakanovista Cristante, che ha deciso di giocare sul dolore nelle ultime gare pre Mondiale, operandosi durante la sosta.

Il totale fa 18 infortuni di natura traumatica, frutto di una elevata dose di sfortuna ma anche in parte simbolo dello spirito battagliero di una squadra mai doma, in perfetto stile Mou.