Il dito è Zaniolo, la luna è la Roma: il messaggio (sfuggito) di Pinto

Il dito è Zaniolo, la luna è la Roma: il messaggio (sfuggito) di Pinto

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di Francesco Oddo Casano – 48 ore di discussioni, più o meno accese, titoli a nove colonne, nuove divisioni.

L’avvento dei Friedkin e il successivo ingaggio di Mourinho avevano fin qui prodotto un notevole risultato: ricompattare una piazza dilaniata da lotte intestine durate quasi un decennio. Magicamente sotterrate le armi dialettiche, la tifoseria era tornata a sostenere all’unisono la Roma, allo stadio, sui social, ovunque, credendo fortemente nel progetto di rilancio della nuova proprietà.

La Roma è un gigante addormentato, vogliamo risvegliarlo”. La metafora espressa da Ryan Friedkin a settembre 2020, nell’ultima comunicazione ufficiale rivolta ai tifosi. Da lì un silenzio assordante e due uomini al comando a cui è stato demandato il compito di esprimersi sul progetto sportivo giallorosso: Tiago Pinto in prima battuta, Josè Mourinho successivamente.

Il dirigente portoghese ha presenziato l’oramai consueta conferenza stampa post mercato. Un momento di confronto, riflessioni e dialogo schietto, su quanto prodotto nelle settimane precedenti. Ed è in tale occasione che una risposta onesta e altrettanto pragmatica ad una domanda secca sul futuro di Zaniolo, ha scatenato un putiferio sul quale probabilmente anche Mourinho sarà costretto, suo malgrado, a tornare nella conferenza di domani pomeriggio.

9.1.2022 Roma vs Juventus (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Tiago Pinto con Friedkin (Foto Gino Mancini)

Pinto non ha ovviamente mai dichiarato che la Roma ha in programma la cessione di Zaniolo. Ha risposto con oggettiva onestà, sostenendo di non essere in grado di poter garantire la permanenza di un calciatore da qui a sei mesi, quando si riaprirà il mercato. Una risposta corretta nei termini del direttore sportivo che, al contrario di qualche suo predecessore che era solito vendere fumo per poi esser smentito dai fatti, sa benissimo che il mercato è fluido, così come le strategie societarie che per la prossima stagione non sono state ancora delineate.

Tralasciando il coro di insulsi dietrologismi che ha fatto seguito alle dichiarazioni di Pinto, oltre che di inutili insulti (‘incapace, sprovveduto etc.) perchè non si prova a pensare che probabilmente il GM giallorosso abbia invece ponderato e scelto di rispondere in quel modo? Basta riascoltare la conferenza per accorgersi che c’è un messaggio (non colto e sfuggito ai più), che a mo’ di fil rouge lega ogni singola dichiarazione della conferenza del lusitano. “Ora non è tempo di pensare ai rinnovi e al mercato, dobbiamo concentrarci tutti sul campo, per aiutare il mister e la squadra a migliorare gli attuali risultati, perchè ci aspetta una seconda parte di stagione importante da giocare su tre fronti”.

Un concetto chiarissimo, che avrebbe meritato maggior spazio editoriale e che a leggerlo e rileggerlo a freddo, sa tanto di messaggio ai naviganti interni a Trigoria: tutti sotto esame. D’altronde Mou era stato già abbastanza chiaro nei confronti della squadra, nelle dichiarazioni a caldo post Milan-Roma: “Sono loro che devono salire al mio livello, non io a scendere al loro”. Il tutto corredato da una serie di aggravanti sportive: la Roma costa come un top club, con un monte ingaggio da Champions, perde oltre 100 milioni l’anno e nonostante gli investimenti dei Friedkin (oltre 500 milioni nelle casse del club in meno di due anni) veleggia tristemente intorno al sesto posto. Ricollegando i puntini di questo immaginifico disegno, si arriva ad una conclusione che dovrebbe esser scontata, ma purtroppo non è, perché forse non la si vuole cogliere. La Roma deve alzare il livello delle sue performance e migliorare la classifica in campionato, provando a vincere parallelamente uno dei due trofei rimasti (Coppa Italia e Conference League). Non è casuale che come per Zaniolo – il cui entourage non è stato ancora ufficialmente convocato per iniziare a trattare il rinnovo di un contratto in scadenza comunque nel 2024 – anche per Veretout, lo stesso Mancini di cui si vociferava una firma imminente mai ufficializzata, piuttosto che per Cristante, valga la stessa regola. Stop ai rinnovi, se ne riparlerà in primavera inoltrata, quando Pinto (altro puntino del disegno da ricollegare a quelli precedenti) ha asserito “mi siederò con la proprietà, lo staff e mister Mourinho, per stabilire le strategie di mercato per la prossima estate“.

17.10.2021 Juventus vs Roma (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Zaniolo abbandona il campo deluso (Foto Gino Mancini)

Nicolò è un gioiello della Roma, ma soprattutto un simbolo per la tifoseria, divenuto tale perchè negli ultimi 4 anni di Medioevo giallorosso, ha rappresentato una nuova speranza da cavalcare. La proprietà lo sa, lo sa pure Tiago Pinto e lo avrà evinto anche Mourinho, ancor di più in queste ore di insane discussioni e accese diatribe social. Ma è anche un calciatore reduce da due gravi infortuni, che in questo campionato ha faticato finora a ritrovare al 100% lo smalto dei suoi esordi in giallorosso. Paradossalmente non conviene neanche al ragazzo sedersi oggi a trattare il rinnovo, perchè a maggio, qualora faccia un grande girone di ritorno e ritrovi anche da protagonista la Nazionale, avrà un potere nella contrattazione maggiore. Zaniolo tra l’altro non ha mai chiesto 4 milioni di euro, perchè non c’è stato ancora un reale vertice di mercato tra gli agenti e la Roma, che ha deciso come detto di procrastinare il tutto ai prossimi mesi, dove non sarà nelle condizioni di poter esser presa per il collo da nessuno. Si valuterà la posizione in classifica, il budget che la proprietà certamente metterà a disposizione per la nuova campagna acquisti, ma soprattutto il rendimento di ogni singolo giocatore oltre alle idee tecniche di Mourinho, che sicuramente chiederà almeno tre nuovi titolari. Solo allora Pinto potrà iniziare le interlocuzioni per il rinnovo dei giocatori che la Roma riterrà obbligatori per essere ancor più competitiva.

Dunque il messaggio complessivo è chiaro: il campo deve tornare sovrano nei pensieri e nelle azioni di tutti. Per parlare di mercato e contratti ci sarà tempo. Sempre che non si abbia voglia, a Trigoria e fuori, di innescare la solita autodistruzione.