
Roma, 9 anni e un sogno ammainato. Pallotta adesso ha le spalle al muro
Rassegna stampa
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(La Gazzetta dello Sport – M.
La domanda è: ora che cosa resta dell’ambizione? Chiariamo alcuni punti fermi: Trigoria è diventato uno dei migliori centri sportivi, c’è una nuova (e bella) sede amministrativa e la società è diventata una «media company» di alto livello, ma l’ambizione sportiva – pur coniugata agli affari – è altra cosa, ed è quella che brucia poltrone.
Una cosa è certa: se è vero che Fonseca – con una grande risalita – può ancora cambiare l’inerzia della stagione, l’impressione è che Pallotta abbia forse perso un po’ del suo fiuto degli affari. Il suo no all’ingresso del magnate cinese Chen Feng (42 miliardi di patrimonio) nel gennaio 2014 e quello opposto alla cessione a Dan Friedkin un paio di settimane fa, ad esempio, lasciano stupiti. Non dubitiamo che presidente e soci abbiano speso tanto (oltre 330 milioni), che entro dicembre verseranno altro denaro, che la caccia a eredi o soci continuerà, che – se il ceco Vitek non troverà l’accordo con UniCredit – acquisteranno i terreni di Tor di Valle per costruire lo stadio e che persino riuscirà a tenere Zaniolo e Pellegrini, ma il sogno di quel 2011 – o solo di quella notte di due anni fa in cui fu battuto il Barcellona – difficilmente tornerà ad essere sognato. E forse è proprio questo il peccato più grande.