Zaniolo: “Promesse non mantenute, non sono un traditore! Deluso da quasi tutti i miei ex compagni…”

Zaniolo: “Promesse non mantenute, non sono un traditore! Deluso da quasi tutti i miei ex compagni…”

Interviste

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Nicolò Zaniolo ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, poco più di un mese dopo l’addio alla Roma e il passaggio al Galatasaray:

(…)

In compenso sarà difficile avere amici romanisti: è stato etichettato come traditore.

“È una cosa che mi è dispiaciuta tantissimo.

Roma mi ha dato tutto, grazie alla Roma ho vinto e ho esordito in Nazionale, mio figlio è nato lì. Essere definito in quel modo è una brutta batosta”.

Lo ammetta: probabilmente ha sbagliato anche lei in determinate circostanze.

“La verità verrà fuori. Le dico che mi sono sempre allenato, anche se non con gli altri”.

Lei però ha strappato la maglia contro il Genoa: questo per i tifosi pesa.

“È stato solo un gesto di stizza, non di disprezzo. È come se avessi dato un pugno sull’erba. Non voleva essere una mancanza di rispetto”

Sul suo addio ha pesato il mancato rinnovo?

“Potrei parlare ore di promesse non mantenute. Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono sempre stato considerato solo una plusvalenza. Per due anni mi è stato detto che il contratto era pronto. A gennaio dell’anno scorso avrei firmato a poco più di quello che guadagnavo, perché a Roma stavo bene e sapevo che c’erano problemi con il Financial Fair Play. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se io devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri”

Però la Roma non aveva in mano offerte che riteneva congrue per lei.

“In realtà c’erano solo Bournemouth e Galatasaray, ma per non aver accettato gli inglesi sono stato messo fuori e i tifosi se la sono presa con me. Alcuni mi hanno inseguito con la macchina, altri sono venuti sotto casa. Io e la mia famiglia ci siamo spaventati perché ci siamo sentiti soli. Era gente arrabbiata, con cui non si poteva parlare. In quei giorni ho spento anche il cellulare perché arrivavano brutti messaggi”

Restiamo nell’ambito della nostalgia: se le diciamo Feyenoord, a che cosa pensa?

“Facile. Alla Roma che lo ha pescato in Coppa. E a me torna in mente quella che probabilmente è stata la notte più bella della mia vita calcistica finora, insieme a quella contro il Porto, in cui segnai una doppietta in Champions, e all’esordio in Nazionale. Proprio aver segnato la rete decisiva in finale contro gli olandesi mi fa sentire la Conference tanto mia. Se poi penso alla festa al Circo Massimo e ai tifosi, mi vengono ancora i brividi, ma non voglio fermarmi qui”.

La Roma passerà il turno contro il Feyenoord?

“Sicuro. Ha una squadra fortissima. Può vincere l’Europa League e arrivare fra le prime quattro”.

Come si è lasciato con i suoi compagni?

“Sono rimasto deluso da quasi tutti. Non voglio fare i nomi. Mi dicevano che erano fratelli ed invece non mi hanno nemmeno salutato”.

Che rapporto ha avuto con Mourinho? Si dice che si adatti meglio ai campioni che ai giovani.

“È un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse e io non lo ero. Mi sarebbe piaciuto averlo fra quattro o cinque anni, però mi ha dato tanto lo stesso”

Sarebbe contento se suo figlio Tommaso diventasse romanista?

“Certo. Io la Roma la guardo sempre. Il passato non si dimentica con un trasferimento”.