
Ranieri: ”Presto nuovo ds. La Roma ha bisogno di una persona come Gasperini per diventare grande”
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Ranieri, a margine della conferenza stampa di presentazione di Gasperini, ha rilasciato alcune dichiarazioni.
”Credo che per la prima volta state vedendo due allenatori, perché lo sono fino al 30 giugno. Mi avete dato del bugiardo quando mi avete detto che era Gasperini, avevo chiesto la sua disponibilità ma da lì a dire che fosse lui, ce ne voleva. I Friedkin hanno scelto lui. Dove è andato ha fatto bene, Crotone, Genoa, Atalanta. Riesce a cambiare la fisonomia di un atleta, riesce a rendere ottimi determinati giocatori. Sa delle difficoltà che incontreremo in questi due sessioni di mercato, se fossi restato io avremmo perso un anno di tempo per la costruzione, è stato chiamato per costruire qualcosa che possa dare frutti rigogliosi. Ha personalità, è schietto, parla in faccia, a volte anche a brutto muso, con me poche volte è successo perché fa parte del mio carattere, anche se a volte ero un po’ risentito. Voi siete bravi a trovare sempre le notizie, ora ci direte anche chi sarà il nuovo direttore sportivo. Lo conoscete tutti per quello che ha fatto, Gian Piero è qui con noi, grazie per essere venuto”.
Nuovo DS?
La società sta vagliando alcuni nominativi, quanto prima conoscere il nuovo direttore sportivo.
Rapporto con Gasperini?
Era antipatico anche a me (ride ndr), ai tifosi della Roma, ma per me molto di più. È stato scelto lui perché sono convinto che Roma ha bisogno di una personalità forte, di un tecnico che non si accontenta mai, che è sempre incavolato, che vuole migliorare la squadra, il singolo. La Roma ha bisogno di questo per diventare grande. Non sarà facile, per questo gli offriamo un anno per farsi capire, i tifosi devono starci dietro. Sarò un amico per lui, è una persona schietta e leale: starò da una parte e se avrà bisogno di qualcosa cercherò di risolvere problemi”
Dove può arrivare la Roma di Gasperini nel triennio? E come è andata la trattativa.
“L’ho chiamato e gli ho chiesto se poteva interessargli la panchina, ne abbiamo riparlato a fine campionato, sono andati avanti i discorsi. Siamo stati sorpresi a Firenze e il resto è noto. C’è stata subito sintonia, ho trovato una persona super motivata, super entusiasta, perciò io sono particolarmente contento e soddisfatto. Certo poi bisogna lavorare, i ragazzi devono capire che c’è un cambio di mentalità. Quando sono arrivato il morale era sotto terra, sono stato più un fratello maggiore che li ha stimolati. Se dovevo riprendere qualcuno lo riprendevo in modo costruttivo, sono fatto così, non ho mai accusato nessuno, nella mia carriera con alcuni ci sono riuscito e con altri meno. Riuscire a entrare dentro i calciatori è la qualità di ogni allenatore, è il bello di fare il tecnico. I calciatori vogliono persone leali e schiette. La Roma dove può arrivare? Stabilmente in Champions e quando c’è occasione vincere il campionato. Siamo orgogliosi di essere parte di questa nuova nascita. I Friedkin hanno speso tanto, vogliono ancora investire, sono bloccati ma stanno andando avanti sullo stadio. Vogliono portare la Roma sul piano calcistico allo stesso livello del brand turistico”.
Avete chiesto a Gasp di raggiungere un risultato specifico?
“Di fare il Gasperini. Mi sorprendeva Percassi quando diceva ‘partiamo per salvarci’. Roma non era l’Atalanta di allora, noi dobbiamo fare bene. I nostri tifosi hanno vinto grandi giocatori e grandi squadre, i tifosi si identificheranno con il suo gioco. Gli chiediamo di far bene, di conoscere la squadra e la piazza per un anno e salire sempre di più. Io sono sincero, in Champions avremmo incontrato 6 inglesi, 5 spagnole e noi forse non siamo pronti per questo, siamo più agguerriti sull’Europa League. Spero in un buon percorso in campionato e uno in Europa, accettando le cose belle e qualche boccone amaro. Anche quando la costruzione è ben fatta ci sono partite che perdi. Il popolo romano vuole vedere la squadra lottare fino in fondo e sono sicuro che anche quando si perderà il romanista avrà visto i suoi giocatori lottare come mai visto prima”.
Italia?
Non dico nulla, rispetto l’Italia ma sono della Roma.
Quanto c’è di suo sul rinnvoco di Svilar.
Sono cose che ha fatto Ghisolfi, ho solo chiamato il ragazzo che si vuole costruire una grande Roma. Abbiamo preso un allenatore ambizioso e cercheremo calciatori altrettanto ambiziosi, ho fatto solo questo.
Fair Play?
“Ci sono dei paletti, siamo vicini, manca qualcosina ma sono sicuro che riusciremo a essere dentro questi parametri da rispettare a giugno 2026. Poi saremo liberi di lavorare con più tranquillità. La società si sta muovendo, non può mettere soldi altrimenti li avrebbe messi. Ci sono due mercati in cui stringere i denti, in cui trovare giocatori validi, ma ci sono squadre che prendono ragazzi a 60 milioni e hanno 20 anni, 18, non è facile. Te ne prendono 4, 5, 6, poi li tengono, li danno in prestito, li vendono, tu devi lottare con questi mostri, come i club di Premier League. Non parlo solo della Roma ma del calcio italiano: dobbiamo stimolare le idee e farci trovare pronti”
Sarà un trio in dirigenza?
“Non posso saperlo, non so se la proprietà vorrà mettere qualcun altro. A livello calcistico resterà la base solida creata e un altro direttore sportivo, se vogliono prendere altre figure non sta a me deciderlo”