Roma, Friedkin prende le distanze da Pallotta: addio alla vendita dei big entro il 30 giugno

Roma, Friedkin prende le distanze da Pallotta: addio alla vendita dei big entro il 30 giugno

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FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – In attesa di capire se e che tipo di sanzione riceverà la Roma, i tifosi capitolini tirano un sospiro di sollievo: finalmente il 30 giugno è messo alle spalle e nessun big è stato ceduto per far sorridere il bilancio.

Il trasferimento di Abraham al Besiktas (17 milioni, bonus compresi), che verrà ufficializzato nelle prossime ore ma comunque già formalizzato nella giornata di ieri, ha permesso al club giallorosso di avvicinarsi alla cifra di plusvalenze voluta dalla UEFA in base al settlement agreement firmato nel 2022.

I Friedkin hanno blindato i big tra cui Koné, Ndicka e Svilar evitando di svenderli e abbassare il livello di competitività della squadra. Una strategia diversa rispetto alla proprietà precedente che metteva sul mercato i calciatori migliori in modo da cederli entro il 30 giugno. La cronaca non lascia spazio a interpretazioni diverse, al netto del giudizio che ogni singolo tifoso può avere sulla gestione Friedkin o Pallotta.

Roma, addio all’alibi del 30 giugno per cedere i calciatori migliori

La Roma ha chiuso l’ultimo bilancio con le cessioni di Le Fée, (18 milioni + 6 di bonus), Dahl (9 milioni + 2 di bonus), Zalewski (6,5 milioni) e Abraham (17 milioni bonus inclusi). Uscite che hanno permesso al club di fare più di 15 milioni di plusvalenze, meno di quanto sarebbe valso l’addio del solo Ndicka.

La strategia del club però è stata chiara: basta cedere i calciatori più importanti come accadeva in passato per far crescere in maniera proporzionale i ricavi e abbassare la competitività. Il modus operandi dei Friedkin è sempre stato lo stesso, infatti, entro il 30 giugno sono partiti costantemente esuberi o giovani su cui il club non credeva. La scorsa stagione fu il turno di Belotti al Como per circa 5 milioni. Dall’arrivo dei texani la lista comprende anche i vari: Kluivert, Volpato, Missori, Tahirovic, Carles Perez e Olsen.

Nulla a che vedere con i pilastri sradicati alle rispettive versioni di Roma da Pallotta e compagni: Pjanic (32 milioni), Salah (42 milioni + 8 di bonus), Paredes (23 milioni + 4 di bonus), Nainggolan (38 milioni) e Manolas (36 milioni). I calciatori messi sul tavolo delle plusvalenze furono tanti tra cui anche Bertolacci (20 milioni), Skorupski (9 milioni) e Luca Pellegrini (22 milioni). Cessioni, queste ultime, che non hanno abbassato il livello della rosa come nei casi precedenti.

Le linee guida sono cambiate: il 30 giugno non è più la data entro cui sacrificare uno dei calciatori migliori per il bilancio. Un dettaglio non da poco se abbinato all’ammissione di colpe dei Friedkin che hanno accantonato gli algoritmi e hanno affidato l’area sportiva a persone che vivono di calcio: Ranieri, Massara e Gasperini. I tifosi ora si aspettano un mercato che possa andare di pari passo con i miglioramenti della dirigenza. “L’impegno della nostra famiglia nei confronti della Roma non è mai stato così forte. È un impegno verso l’eccellenza, l’organizzazione e un’identità chiara. Il tempo ci dirà se queste sono parole scritte sull’acqua o l’inizio di un percorso vincente.