Tanti auguri a Dan Friedkin, un ‘silenzioso rivoluzionario’

Tanti auguri a Dan Friedkin, un ‘silenzioso rivoluzionario’

Editoriale

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EDITORIALE RS (di Francesco Oddo Casano) – Quando nell’ottobre del 2019, sbarcò nella capitale in gran segreto ed ebbe i primi, formali, contatti con i legali della Roma, Dan Friedkin forse non aveva ancora chiare le prospettive del suo futuro investimento, ma certamente l’obiettivo sì: riportare il club giallorosso in alto.

Risveglieremo questo gigante addormentato” disse nella c.d. lettera ai romanisti, la penultima volta che ha parlato di Roma (l’ultima seppur off records e senza video riprese dopo il trionfo di Tirana). Lo ha fatto inserendo la società, acquistata dopo 9 mesi di lunghe e difficoltose trattative, nel suo gruppo industriale, investendo oltre 820 milioni complessivi tra acquisto e ricapitalizzazioni, ma soprattutto conducendo in prima persona una ‘rivoluzione silenziosa’.

La riservatezza, d’altronde, è un carattere tipico della famiglia Friedkin: pochissime le uscite pubbliche, ancor meno le interviste, anche negli altri settori. Rare le comunicazione istituzionali, doverose solo in alcuni frangenti, ma nulla di più. Dan, così come Ryan e ancor prima il padre Thomas, pioniere e fondatore del gruppo, non amano (amavano) esporsi e lo si capì in quei giorni di agosto 2021, quando a margine del closing, si ‘nascosero’ in un lussuoso resort fuori dalla capitale, sfruttando le parziali chiusure ancora legate al Covid e subendo l’inseguimento dei cronisti romani, in primis quelli di Retesport che svelarono in anteprima la loro presenza a Roma.

Oggi il numero uno giallorosso compie 58 anni e ad agosto saranno tre anni esatti dal suo sbarco nella capitale. Alla riservatezza l’imprenditore americano ha contrapposto l’operatività e l’effetto sorpresa, in pieno stile cinematografico (altro settore d’interesse del Friedkin Group). L’annuncio di Mourinho – prelevato e condotto nella capitale direttamente dal presidente a bordo del suo jet privato – l’ingaggio di Dybala, autorizzato senza obbligo di cessioni. Ma anche il nuovo progetto dello stadio a Pietralata, l’uscita dalla Borsa e il prossimo avvento di un nuovo grande sponsor tecnico (Adidas) per provare ad accrescere il fatturato da merchandising. Scelte di qualità, scelte di eccellenza che rientrano in un preciso piano industriale di rilancio e consolidamento del marchio Roma, foraggiato dalle vittorie – la Conference, un trofeo internazionale dopo 61 anni – e dal necessario ritorno nell’élite calcistica della Champions League.

Passaggio fondamentale è stato anche il ricoinvolgimento del tifoso romanista: la Roma, per diretta volontà della proprietà, ha rimesso infatti il pubblico al centro del villaggio, lavorando su una politica di prezzi (abbinata all’arrivo di Mourinho) che ha pagato a tal punto da registrare uno straordinario record consecutivo di sold out – destinato ad aumentare – e una media spettatori ormai assestata sulle 62 mila unità. In un anno e mezzo oltre 2 milioni di supporters giallorossi all’Olimpico e un botteghino che ha portato nella casse giallorosse oltre 50 milioni complessivi. Non si può dimenticare anche le iniziative solidali, il Roma Department creato proprio per irradiare ‘il verbo giallorosso’ in città e non solo attraverso centinaia di iniziative.

I prossimi passi? Li conoscono in pochi, probabilmente solo il cerchio magico famigliare di Dan, con il quale ama confrontarsi quotidianamente. Il presidente nelle ultime settimane è stato spesso negli Stati Uniti e in Europa per viaggi d’affari, meno all’Olimpico e sullo sfondo degli ottimi risultati sul campo della Roma di questo inizio 2023 resta la domanda delle domande: quando incontrerà Mourinho? Riuscirà a convincerlo a restare e magari a prolungare il contratto? La sensazione è che anche questa volta, senza proferire parola, Dan possa stupire con effetti speciali.