Graziani a RS: “Eriksson grande uomo, di spiccata intelligenza. La sua Roma giocava un calcio straordinario”

Graziani a RS: “Eriksson grande uomo, di spiccata intelligenza. La sua Roma giocava un calcio straordinario”

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Un grande uomo, un grande allenatore, ma soprattutto una persona intelligente e disponibile a modificare in parte le sue idee“.

Così Ciccio Graziani, ha ricordato in esclusiva ai microfoni di Retesport, il suo rapporto con Sven Goran Eriksson, ex tecnico anche della Roma nelle stagioni 84-87′:

Sven veniva in campo con la lavagnetta, il lavoro principale era tattico, ma nella modernità e non eravamo abituati. Facevamo partitine a tema, 5vs5, 7vs7 con limitazione di tocchi, uno-due tocchi, qualcuno si spazientì all’inizio. Bruno Conti non era abituato a giocare a due tocchi, Pruzzo e Boniek uguale. Gli fui d’aiuto all’inizio, mi chiedeva spesso pareri su come gestire alcune cose, una volta gli dissi che su alcuni calciatori bisognava avere un tatto diverso, gli dissi che far giocare a due tocchi Conti che aveva necessità di toccare più volte il pallone per dribblare, sarebbe stata una follia. Dimostrò intelligenza spiccata, ci venne in parte incontro, rimodulando in parte gli allenamenti e nacque un rapporto bellissimo, sfiorammo uno Scudetto di rimonta straordinario”

Il gioco della Roma di Eriksson fu straordinario, ci divertivamo, forse una delle Roma più belle di sempre. Incontrammo squadre altrettanto competitive, giocavamo un calcio moderno, veloce, intenso, tatticamente migliorò tanti calciatori, con Liedholm eravamo più anarchici. Capimmo con Sven quanto fosse importante la fase difensiva e offensiva, lavorando molto in funzione della palla. Ricordo che Pruzzo nel girone d’andata segnò pochissimo, Sven non era convinto, mediai anche lì e trovarono un’intesa, rammento che Sven chiamò un fisioterapista dalla Svezia per aiutare Roberto che aveva spesso delle problematiche. Nel girone di ritorno fece 20 gol”.