
Dybala, la caviglia è ancora ko ma vuole esserci: è corsa contro il tempo
Rassegna stampa
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Paulo Dybala spinge per esserci il 31 maggio a Budapest, ma da protagonista.
Come scrive il Messaggero, l’argentino non ci sta, ma il suo corpo chiede una tregua. Paulo sta male, non si allena in campo nemmeno in maniera individuale come fanno Spinazzola e Karsdorp. È rinchiuso dentro al centro sportivo nel dipartimento medico a svolgere le terapie alla caviglia sinistra. Almeno questo è il quadro che Mourinho sta dipingendo: «Non si sta allenando di nascosto. Non penso possa giocare a Budapest, può partire dalla panchina».
Escludendo i gol (16 e 8 assist), quando c’è lui la squadra ha una percentuale di vittorie più alta (53%); quando manca scende vertiginosamente (38%). E poi, non va dimenticata la media punti: con Dybala è di 1,8 e senza è 1,4.
Questo in parte spiega il nervosismo dello Special One. L’impressione è che sia stufo di ricevere sempre dei “no” alla domanda: «Ti alleni con noi?». Se Mourinho lo avesse avuto a disposizione gli avrebbe concesso dei minuti contro Salernitana e Fiorentina per garantirgli ritmo partita in vista del Siviglia. Ma dato che rischiarlo potrebbe diventare deleterio, allora punta tutto su un recupero per la finale.
(…) Dunque, qual è la realtà? È che la caviglia fa ancora male, soprattutto se sottoposta a stress. Fisioterapisti e medici stanno facendo di tutto per metterlo in piedi entro il 31 maggio. Giocare titolare sarebbe un vero miracolo, più probabile che entri a partita in corso qualora ce ne fosse la necessità. Il rammarico è legato anche a quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto durante tutta la stagione: solo 8 partite da 90 minuti in tutta la stagione, una media in campo di 65, 20 gare da titolare in Serie A su 36, 7 in Europa League su 14 e 13 partite saltate per infortunio.