Entusiasmo e modernità: in 8 mesi la rivoluzione di Xabi Alonso al Bayer Leverkusen (AUDIO)

Entusiasmo e modernità: in 8 mesi la rivoluzione di Xabi Alonso al Bayer Leverkusen (AUDIO)

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BAYER LEVERKUSEN XABI ALONSO – FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Non è bastata una straordinaria carriera da calciatore a Xabi Alonso per evitare lo scetticismo sul suo nome quando il Bayer Leverkusen, a sorpresa, ha deciso di ingaggiarlo al posto di Seoane lo scorso 5 ottobre.

Ma chi è abituato a certi palcoscenici, a giocare e vincere finali di Champions League, ad indossare la maglia del Real, non può spaventarsi. Dopo l’apprendistato nelle giovanili madridiste, la sua ultima – e unica – esperienza da tecnico in prima era stata quella alla Real Sociedad B, la seconda squadra della società basca, con cui aveva centrato la promozione in Segunda División nel 2021 e con cui era retrocesso l’anno successivo.

A Leverkusen però la strada sui tecnici giovani e di valore è tracciata da anni e la competenza di chi sceglie è stata quasi sempre vincente rispetto a qualche mugugno della piazza. Anche questa volta i dirigenti del club tedesco hanno avuto ragione, perchè Alonso ha rialzato il Leverkusen portando bel gioco, valorizzando diversi talenti importanti e centrando, al momento, la semifinale di Europa League.

Ascolta qui la Clip sul Bayer Leverkusen

Abbiamo vissuto un avvio davvero bruttissimo, il peggiore dalla nostra prima promozione in Bundesliga del 1979. Xabi ha iniziato a lavorare con giocatori senza fiducia, ma ha saputo riaccendere il fuoco che c’era dentro di loro. Poi è riuscito a far giocare la squadra assecondando il nostro dna, il nostro stile storico: molto offensivo, molto tecnico, con tanti giovani messi al centro del progetto, ragazzi a cui viene dato tempo per crescere, per essere valorizzati. Xabi è stato perfetto nel far ripartire questo processo”. Così Simon Rolfes, direttore sportivo del club. Un percorso che non sarà arenato dopo pochi mesi, a dispetto dei risultati sportivi di questa stagione.

Forse, rispetto ai piani iniziali, la società sperava in un Bayer più vicino alla zona Champions e oggi gli 8 punti che li separano dall’Union Berlino a tre sole giornate dalla fine, li escludono invece aritmeticamente da questo obiettivo. Il che li renderà emotivamente ancora più centrati sull’opzione europea, unica strada rimasta ai tedeschi per rigiocare la coppa dei Campioni il prossimo anno.

Filosofia e giovani: il Bayer di Xabi Alonso

“Vorrei che le mie squadre giocassero in maniera moderna, essendo dominanti e attive. Bisogna avere intensità, anche senza palla. E bisogna essere concentrati per 90 minuti, perché se stacchi la spina dopo 80 minuti, perdi” ha dichiarato Alonso, dipingendo un aspetto fondante del suo modo di fare calcio, acquisito da tutti i grandi alleantori avuti in carriera (Mourinho, Del Bosque, Ancelotti, Guardiola, Benitez), cioè che le squadre funzionano se i giocatori credono ciecamente nelle idee dell’allenatore.

La squadra tedesca arriverà al doppio confronto con la Roma in piena fiducia e con quasi tutta la rosa a disposizione, nonostante la sconfitta col Colonia di tre giorni fa che ha interrotto una striscia di 9 risultati utili consecutivi. Unico assente eccellente l’ex giallorosso Patrick Schick, alle prese con l’ennesimo fastidioso problema fisico della sua, fin qui, sfortunata carriera. Il ceco a Leverkusen ha trovato comunque una consacrazione importante condita da 41 gol in 90 apparizioni con la maglia rossonera.

Entusiasmo come detto ma anche idee chiare. Xabi Alonso ha portato al Bayer una filosofia di gioco molto duttile, che parte da un 3-4-3 intenso e verticale ma porta anche la squadra a saper cambiare sistema di gioco in corso di partita quando serve. Un modo di fare calcio, che i puristi di oggi, definiscono ‘liquido’, proprio perchè non sembra esserci una mentalità dogmatica, a supporto delle idee del giovane tecnico spagnolo.

Baricentro sempre alto, in modo da sfruttare al massimo le transizioni positive; quando può costruire dal basso, l’obiettivo numero uno del Bayer è armare la catena di destra, occupata da Frimpong e Diaby: si tratta di due giocatori velocissimi e di buonissima qualità, eccezionali negli spazi aperti e concreti nei momenti decisivi.

I numeri e i segnali di crescita

Da quando è subentrato sulla panchina del Bayer, in 22 partite di campionato, ha perso solo sei volte. In totale sono 17 le vittorie su 32 gare ufficiali, con 7 pareggi e 8 sconfitte. Male in Champions League: 4 partite senza vittorie per Alonso, eliminato da Porto e Brugges, poi l’approdo in Europa League con la sconfitta iniziale col Monaco, ribaltato al ritorno e il percorso fino alle semifinali, con un sorteggio sulla carta agevole con Ferencvaros e Union St.Gilloise. Complessivamente il Bayer è una squadra che produce e segna tantissimo: 66 reti dall’arrivo dello spagnolo. Ma è una formazione che complice la giovane età e a volte un certo squilibrio tattico, subisce anche molto, viste le 42 reti incassate.

Gira tutto intorno a Wirtz

Ci ha messo qualche settimana in più a carburare, ma dopo la rottura del crociato non è mai facile rientrare subito al top. Parliamo di Florian Wirtz, 19 anni, il principale fulcro del gioco tedesco. Personalità, qualità nello stretto ma soprattutto libertà di inventare. Xabi Alonso gli ha dato fiducia, in questo ruolo di regista offensivo, di vero catalizzatore della manovra rossonera e i risultati gli hanno dato ragione: 4 gol, 8 assist, ma come detto l’idea che sia lui l’elemento da guardare con attenzione in fase di non possesso. Inutile citare i numeri di Diaby: 14 reti e 11 assist, pericolo numero uno in ripartenza e dentro l’area di rigore.